Le automobili che hanno fatto la storia del cinema
Nel mondo del cinema alcune automobili hanno avuto un ruolo primario nella riuscita di diversi celebri film tanto da superare a volte la fama stessa degli attori che li hanno interpretati. Come dimenticare ad esempio la mitica Lancia Aurelia b24 guidata da un autista di non certo minor valore come Vittorio Gassman ne Il Sorpasso, uno dei capolavori del maestro Dino Risi o quantomeno una delle pellicole più conosciute dello stesso regista. Una macchina “capolavoro” considerata dagli esperti del settore come una delle autovetture più belle mai costruite al mondo in tutti i tempi e in cui si espresse al massimo il genio inconfondibile di uno dei più grandi artisti del design come Pinin Farina.

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Una spider già di lusso all’epoca, prodotta in pochi esemplari, che oggi i collezionisti più facoltosi riuscirebbero ad aggiungere alla loro collezione sborsando difficilmente meno di 200 mila euro. Altra fantastica autovettura indissolubilmente connessa a un’altra non meno celebre pellicola cult è l’Alfa Romeo Duetto rossa condotta da Dustin Hoffman nel sempreverde “Il laureato” di Mike Nichols. Questa macchina, prodotta dalla casa milanese tra il 1966 e il 1994, deve proprio la sua longevità al successo conseguito nel film uscito nelle sale nel 1967 al seguito del quale le vendite dello stesso modello subirono un formidabile picco tanto da spingere nel corso degli anni l’azienda lombarda a lavorare costantemente al “rinnovo” della vincente idea stilistica del solito Pinin Farina.
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Hanno forse un lignaggio meno nobile ma sono altrettanto rinomate altre automobili come la Chevrolet Impala decappottabile del 1967 guidata da Johnny Depp e Benicio Del Toro in Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam, altro memorabile film “on the road” tratto dal romanzo autobiografico a tinte psichedeliche Fear and Loathing in Las Vegas dello scrittore e giornalista statunitense Hunter S. Thompson. In questo caso per la verità lo scrittore che forse meglio di tutti i suoi contemporanei seppe raccontare le sfaccettature più complesse della società americana tra guerra del Vietnam e hippie, guidava una Chevrolet Caprice del 1973 da lui soprannominata “lo squalo rosso” (the red shark). Oggi questa vettura è esposta al museo della Cannabis di Las Vegas.

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Dalla DeLorean di Ritorno
al Futuro alla
sballatissima AMC
Pacer del
1976 di Fusi
di Testa,
sono tante le autovetture che hanno affascinato i fan di queste
chicche indimenticabili. Che dire ad esempio della mitica Fiat
Dino Spider di
Enzo nel film Un Sacco Bello di Carlo Verdone? Questa macchina super
accessoriata che nella trama del film doveva condurre “al
rimorchio” in Polonia il fantastico “coatto” interpretato da
Verdone e il suo amico Sergio (Renato Scarpa) è oggi in mano ad un
fortunato collezionista romano che tuttavia per renderla meno
aggressiva ha deciso di eliminare le sgargianti saette rosse sulle
portiere aggiunte all’epoca dallo stesso regista per aggiungere un
ulteriore senso di arroganza alla vettura.
Una
comunissima Fiat
Uno del
1986 accompagna invece i protagonisti di Fratelli
d’Italia di
Neri Parenti del 1989, una perla trash piena di tormentoni
indimenticabili con Christian De Sica, Massimo Boldi, Gerry Calà e
alcuni caratteristi meravigliosi come Franco Bernabucci e Maurizio
Mattioli. Un’auto “teribbileee” che ha venduto tantissimo in
tutto il mondo. Alzando un pochino il tiro vale la pena citare in
questa sede la Ford
Gran Torino che
svolge il ruolo di protagonista in tre film cult come l’omonimo Gran
Torino di
Clint Eastwood del 2008, Il
grande Lebowski dei
fratelli Coen del 1998 e Starsky
& Hutch di
Todd Phillips del 2004.
Fonte: Youtube
Sulle macchine dei film ci si potrebbe scrivere un libro o forse ancor meglio un’enciclopedia ed è forse proprio per cercare di organizzare la storia cinematografica del suo marchio che l’Alfa Romeo nel 2016 si diede da fare organizzando al museo di Arese una bellissima retrospettiva dedicata proprio al mito delle sue quattro ruote sul grande schermo. Una mostra che sia gli appassionati dell’automobile del biscione che gli amanti del cinema d’autore avranno senz’altro avuto modo di vedere.