Recensione del libro: La congiura degli innocenti: dalla Brabham-Alfa Romeo all’Alfa-Alfa di Giorgio Nada Editore
Il libro “La congiura degli innocenti: dalla Brabham-Alfa Romeo all’Alfa-Alfa” edito dalla Giorgio Nada è il miglior libro presente sul mercato che fotografa nel minimo dettaglio dal 1974 alla seconda metà degli anni Ottanta l’impegno agonistico in F1 del Biscione prima come fornitore motoristico alla Scuderia Brabham e dopo come Scuderia costruttrice autonoma. Pubblicato nel 2019, l’autore è Luca Del Monte già noto per Ferrari Rex, la biografia integrale sul Drake. La congiura degli innocenti inquadra con dei particolari avvincenti e mai scontati la situazione dell’Alfa Romeo all’inizio degli anni Settanta. Dopo aver letto questo libro si percepisce la bassa qualità dei Presidenti e degli A.D. nominati dall’IRI, la avvincente visione dell’Ing. Carlo Chiti ostacolata dai burocrati presenti all’interno dell’azienda, il rapporto conflittuale tra Bernie Ecclestone e Chiti, le difficoltà di comunicazione tra i due tema ovvero tra gli ingegneri inglesi della Brabham e gli ingegneri italiani dell’Alfa Romeo. Oltre a tanti colpi di scena, tanti lutti sul campo, la narrazione dettagliata dei compromessi tecnici e della voglia di migliorare ogni giorno le prestazioni del Boxer Alfa Romeo V12 rispetto al vecchio propulsore della scuderia inglese ovvero il Cosworth DFV evidenzia ancora una volta la grandezza dell’ingegno italiano durante le difficoltà. Il tutto è stato effettuato con scarse risorse economiche destinate dal top management team alle corse per il Biscione. In quegli anni l’Alfa Romeo iniziava a vivere i suoi anni più duri anche all’interno degli stabilimenti produttivi con le contestazioni sindacali, i sabotaggi interni che non hanno aiutato l’azienda a poter serenamente investire in maniera massiccia sul comparto agonistico. Prezioso il contributo di Mr Ecclestone che ha rivelato tanti particolari mai conosciuti prima. Un libro che ogni appassionato di automobili deve leggere per entrare nel vivo dei ruggenti anni Settanta, su quello che gli uomini dell’Alfa hanno voluto ipotizzare e cosa hanno concretizzato nel bene e nel male nel mondo della Formula 1. Nulla è paragonabile con gli anni Trenta e con la stagione 1950 e 1951 in cui il Biscione era la Scuderia da battere. Ma la tenacia dei progettisti, dei meccanici, la voglia di creare una monoposto competitiva ad ogni costo sebbene erano scarsi i finanziamenti aziendali per le corse va evidenziata e non va mai dimenticata. Una storia italiana ricca di contraddizioni e continui ribaltamenti che rendono entusiasmante la narrazione.
Michele Antonucci
